Il problema dell’inquinamento atmosferico si ripresenta oramai con una certa insistenza, adesso anche durante questi inverni localmente avari di precipitazioni. E anche l’orografia del territorio in certi territori non favorisce un buon ricircolo dell’aria. Ma in generale lo smog è un fardello per molte città di medio-grande dimensione e una delle cause principali è l’eccessiva presenza di veicoli in giro per le strade.
Non a caso, sono diversi i capoluoghi di provincia che in questi giorni applicano forti restrizioni al traffico veicolare, attraverso divieti a varie categorie di mezzi, ztl e blocchi.
A testimoniare questa situazione arriva il report di Legambiente elaborato su dati Arpa 2016, stilato in base al tasso di inquinamento.
Dall’analisi risulta che sono almeno 32 i capoluoghi di provincia italiani ad aver drasticamente superato la soglia limite di polveri sottili nel 2016. Dunque il limite di 35 giorni max previsti dalla legge con concentrazioni superiori ai 50 microgrammi al metro cubo, è stato ampiamente oltrepassato.
Il Comune che ha trasgredito di più è Torino. Il capoluogo piemontese si attesta su 86 giorni di sforamenti. Secondo gradino del podio per Frosinone (85). Terzo posto riservato a Milano e Venezia a pari merito (73).
Si continua con Vicenza (71), Padova e Treviso (68).
Tra i capoluoghi di provincia vanno annoverati inoltre
- Pavia con 67 giorni
- Asti (66)
- Mantova
- Alessandria e Brescia (65)
- Cremona (64)
- Monza (61)
- Como (60)
- Terni (59)
Grandi città come Napoli e Palermo si attestano rispettivamente su 57 e 44 giorni di sforamento annui.
Chiudono il cerchio Bergamo (53), Lodi e Verona (51), Rimini e Vercelli (50), Benevento (45), Avellino (43), Piacenza (42), Roma (41), Reggio Emilia e Rovigo (40), Modena e Novara (39) per finire con Trieste (38).
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